Grom, catena famosissima di gelato Italiano, ha dovuto fare i conti con il Codacons, che da tempo aveva sollevato la questione, la quale ha tolto dalla sua comunicazione il termine “artigianale”. Il gelato italiano più trendy nel mondo non si può definire tale in quanto l’azienda produce le miscele dei diversi gusti di gelato in un unico centro produttivo in provincia di Torino e, una volta pastorizzate e surgelate, queste vengono inviate alle gelaterie in giro per l’Italia e per il mondo, basti pensare che il marchio Grom è riconosciuto all’estero come unico prodotto di vera gelateria italiana.
In pochi passaggi si può spiegare perchè il gelato Grom non è un prodotto artigianale e neppure di eccellenza come molti pensano.
La caratteristica principale del cono artigianale è di essere preparato fresco ogni giorno nel laboratorio annesso al punto vendita. Il gelato di Grom viene elaborato in un centro unico di produzione a Mappano di Caselle, ed è pensato per essere consumato dopo diversi giorni di stoccaggio. La miscela viene infatti pastorizzata, poi congelata e trasferita nei punti vendita, una volta giunte in gelateria vengono mantecate e poste in vendita. Tecnicamente il processo è perfetto ma i diversi passaggi ne compromettono inevitabilmente la struttura. Per fare un esempio calzante possiamo paragonare il cono artigianale ad un piatto di tagliatelle fatte in casa preparate al minuto in un ristorante, mentre quello di Grom a un piatto (confezionato con materie prime eccellenti e con prezzo molto alto) ottenuto riscaldando un piatto precotto surgelato, pronto per essere mangiato ma non tecnicamente fresco. Per concludere Grom è un ottimo esempio di imprenditoria italiana nel mondo e fa un gelato buonissimo, ma la qualità del cono non regge il confronto con le tante gelaterie artigianali come Manzi che usano prodotti di qualità locali (come il pinolo biologico del parco di San Rossore e le more dell’Abetone).