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Una settimana di dieta del gelato per dimagrire

Anche il gelato può far dimagrire. Si può introdurre il gelato nell’alimentazione per perdere i chili di troppo in vista dell’estate con la “dieta del gelato”, gli esperti propongono un regime alimentare da circa 1.200 calorie al giorno adatto a tutti coloro che hanno già compiuto 16 anni.

Gli unici che devono porre attenzione al consumo eccessivo sono i diabetici ma in tutti gli altri casi quello che in genere è considerato uno sfizio da fine pasto o da merenda è in realtà una vera e propria alternativa al pranzo o alla cena. Fatto di proteine dall’ alto valore biologico e da grassi di qualità, contiene inoltre sia carboidrati facilmente assorbibili sia carboidrati complessi dall’assorbimento più lento, a patto che si scelga un cono o che la coppetta sia servita con una cialda o un biscotto. Il gelato inoltre è ricco di vitamine (in particolare la A e la B2) e di sali minerali ed è un ottimo integratore.

Guarnire con gli omega3: salute e gusto

Esiste un sostituto all’olio di fegato di merluzzo per apportare il giusto contributo di omega3? Per tutti coloro a cui non piace il pesce ma cercano di seguire una dieta ricca ed equilibrata, i ricercatori americani dell’University of Massachusetts Amherst Center for Health & Wellness si sono messi all’opera e hanno creato delle microcapsule gelatinose che intrappolano gli acidi grassi necessari al fabbisogno alimentare e che possono essere aggiunte a bevande, yogurt o gelati, senza alterarne il sapore.
Per non rinunciare al gusto e salvaguardare la salute basta aggiungere gli omega3 che sono fondamentali per la crescita sana dei più piccoli e per tenere sotto controllo il sistema cardiovascolare negli adulti. Le microsfere sono fatte di acqua, proteine antiossidanti e fibre sono insapori e microscopiche: una specie di toccasana invisibile. Noi consigliamo di aggiungere alla guarnizione anche un poco di granella di noci e nocciole e un un filo di miele.

Le vip con il pancione preferiscono il gelato

Una donna che aspetta un bambino avverte di tanto in tanto delle voglie e le voglie più comuni comportano una passione particolare per il gelato.
Anche le vip col pancione non fanno eccezione: Bianca Balti, la showgirl pare non riesca proprio a rinunciare al gelato.
Su Twitter posta un selfie che la ritrae dalla pancia in giù con una vaschetta di gelato sulle gambe, commentando: “Ho finalmente trovato il mio cibo dei desideri preferito!!! Italian style…!”. Il gelato è pur sempre gelato, gravidanza o meno, è difficile rinunciarvi, anche se siamo attenti alla nostra linea e viviamo una vita sana e ipocalorica, è uno dei cibi che può essere inserito nelle diete senza esagerare! Per Bianca non è la prima gravidanza ed in questo ha molta esperienza, dalla sua prima è nata Matilde, una bambina di 7 anni avuta dall’ex marito Christian Lucidi. Festeggiare con un gelato è un’ottima idea!

I più golosi di gelato sono gli sportivi

Gli sportivi preferiscono il gelato. Fuori dai cliché che li vogliono tutti  insalatina e integratori, gli sportivi italiani non rinunciano al piacere refrigerante di un buon gelato. Anzi, gli appassionati di coni e ghiaccioli sono più propensi allo sport: il 26,4% di loro si allena due o tre volte a settimana. Lo sostiene una ricerca Doxa condotta per L’Istituto del gelato italiano (IGI).
 10 minuti per un ghiacciolo. Come dessert, in sostituzione del pasto o come premio post partita, “il gelato – dice e il nutrizionista Michelangelo Giampietro – è un cibo sano e utile per chi pratica sport, perché rifornisce i muscoli, facilita il recupero, contribuisce ad abbassare la temperatura corporea e dona un’immediata sensazione di sollievo e ristoro. Il gelato, poi, può essere facilmente assimilato: le 257 Kcal di un gelato su stecco si smaltiscono con 43 minuti di tennis o 17 di calcetto, 26 di nuoto, 20 di ciclismo o 35 di jogging. Più o meno gli stessi tempi che occorrono per bruciare un cono, mentre per le 72 kcal di un ghiacciolo alla frutta sono sufficienti 12 minuti di tennis o 5 di calcetto o nuoto, 6 di ciclismo o 10 di jogging.
 Prima o dopo? “Il gelato – spiega Giampietro – è una scelta nutrizionalmente corretta per ogni atleta: uno sportivo responsabile ne sceglierà uno con pochi grassi (meglio se alla frutta) prima di un allenamento per non compromettere la digestione e, allo stesso tempo, sostenere la prestazione. Mentre dopo lo sforzo potrà scegliere anche un gelato alla crema”.

Merenda senza rimorsi

Si mangia, si beve, si gusta. Ma non solo. Il gelato nutre: è un alimento leggero e digeribile e rinfrescando le terminazioni nervose presenti sulla lingua “comunica” al cervello un immediato senso di freschezza.
Per questo motivo d’estate si finisce per mangiarne a tutte le ore, ma qual’è l’apporto energetico di un cono o di una cialda farcita? L’Istituto di Medicina dello Sport del Coni, in collaborazione con l’Istituto del Gelato Italiano (Igi), ha elaborato una serie di tabelle dietetiche per non perdere il conto delle calorie quando ci si concede le pause-gelato.
Colazione – L’abitudine siciliana di aprire la giornata con un brioche farcita di gelato può essere, spiegano gli esperti, un sistema per combattere il calo di appetito mattutino nei bambini. Un esempio per tutti: una pesca sciroppata, due palline di gelato e due biscotti apportano 230 Kcal, quanto basta per soddisfare quel 20% di fabbisogno (200-400 calorie) che la colazione deve offrire al bilancio giornaliero.
Merenda – Se il desiderio arriva a metà pomeriggio, meglio assecondarlo. Il contenuto di liquidi – ricordano gli esperti dell’Igi – contribuisce a reintegrare i liquidi persi con il sudore. La scelta dipende anche da quanto si è mangiato a pranzo, ma di norma non bisognerebbe mai superare le 100-250 calorie, praticamente l’equivalente di un gelato alla stracciatelle da 75 grammi (235 calorie), oppure una cialda grande farcita (220-280 calorie). Se l’opzione cade sul sorbetto si risparmia sul conto energia: un gelato alla frutta apporta appena 100 calorie. La tendenza, sulla quale domanda e offerta si stanno incontrando, è quella di introdurre nella scelta anche il formato più piccolo, cioè coni e coppette più piccole.
Piccoli piaceri quotidiani che non costano molto dal punto di vista calorico. Purché restino un’evasione isolata: uno sfizio senza rimorsi, messo a confronto con fuori-pasto ben più pesanti, come patatine fritte (275 Kcal) o 50 grammi di cracker o tarallini (250 Kcal), e senz’altro meno freschi.

 

Crema della nonna con marmellata di more

Quando ero un bambino il momento più bello dell’anno era il viaggio per andare in montagna d’estate . Il posto preferito della mia famiglia era la Val di Luce, una zona  di montagna situata sul monte Abetone, dove tutt’ora torno spesso.  Nei ristoranti di tutto il paese ci trovavamo di fronte a un’abbondanza di carne e selvaggina. Il cibo era fantastico e mi dimenticavo per un po’ del pesce di Marina di Pisa, ma non era la carne la cosa che mi entusiasmava di più. Il sapore più eccitante che ho provato è quello dei frutti di bosco. Le more, in particolare, che crescono spontaneamente nei sentieri ai lati delle piste invernali, frutti  misteriosi che non puoi comprare, li devi trovare e cogliere in mezzo alla natura. Ancora oggi  resto incantato quando trovo un rovo con delle more mature.
Qui nella nostra gelateria abbiamo una crema della nonna buonissima che consiglio di assaggiare accompagnata ad una ricetta particolare che potete fare facilmente a casa: marmellata calda di more:

– 450 grammi di More
– 500 grammi di Zucchero

  1. Lavare e pulire le more di rovo. Unirle allo zucchero in una padella abbastanza larga. Scuotere ogni tanto la padella, ma non mescolare. Lasciare la padella a raffreddare per due ore.
  2. Scaldare a fiamma bassa i frutti di bosco e lasciar sobbollire per 20 minuti. Rimuovere la schiuma.
  3. Attendere che la marmellata si stemperi e diventi più densa. A piacere lasciarla tiepida o a temperatura ambiente.
  4. Versare la marmellata sul gelato gusto “crema della nonna” firmata Manzi

Sua eccellenza il Pinolo Pisano

I pinoli del Parco di Migliarino San Rossore sono i migliori del mondo!
Certificati come prodotto biologico sono merce rara da quando l’inquinamento e la comparsa di parassiti letali hanno decimato le pinete del nostro litorale.
L’essiccazione delle pigne, effettuate utilizzando ancora macchine tradizionali a funzionamento manuale, contribuiscono a garantirne una qualità unica e – purtroppo – un prezzo quasi proibitivo.
Così come un tempo, le pigne vengono distese all’aria aperta ad essiccare, fino alla liberazione dei pinoli, che vengono puliti, schiacciati con dei rulli, separati dal guscio in vasche d’acqua salata. Infine sono sottoposti a ventilazione per asportare la pellicola rossastra che ricopre il pinolo, poi passato in essiccatoi fino alla temperatura di 90°C.
Il pinolo pisano quindi non subisce trattamenti chimici né stress meccanico, conservando cosi intatte le sue proprietà organolettiche e nutrizionali.
Nella varietà pisana, vi è un alto contenuto in limonene a differenza di quanto si verifica nelle altre varietà.
Questo determina le note aromatiche e profumate del prodotto che è disponibile tutto l’anno poiché, una volta essiccato, si presta bene alla conservazione.
La produzione annuale ammonta a circa 2.000 quintali di pinoli essiccati.
Il nostro gelato al pinolo pisano è prodotto con una grande quantità di prodotto e basta un assaggio per capire che si tratta di qualcosa di unico.
I pinoli provenienti dalle coltivazioni asiatiche, utilizzati normalmente nelle pasticcerie e nelle gelaterie, sono davvero un’altra cosa!